Claudio Palazzi: un profilo “serio-sportivo”
Dovendo iniziare la presentazione dalle seriose note professionali dovremmo dire che dopo gli studi di ragioneria e la laurea in giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano, si dedica da oltre 40 anni alla professione di Consulente del Lavoro e Tributarista ed ha ricoperto per molti anni il ruolo di Consigliere dell’Ordine e responsabile dei corsi di formazione per i praticanti consulenti.
In realtà vorremmo parlare di un personaggio eclettico e dall’entusiasmo inesauribile che ha sempre coltivato numerosi interessi, dalla cura dei Bonsai, alla realizzazione di presepi artistici, dalla scultura del legno, alla raccolta di oggettistica d’antiquariato, sempre supportato dalla straordinaria moglie Carla.
Per essere ancora più precisi dobbiamo dire che la sua vera passione è sempre stata lo Sport.
Appassionato di sci alpino sin da giovanissimo ha sempre praticato questa splendida attività come istruttore e atleta, conseguendo numerosi successi nei circuiti agonistici Senior e Master, non senza trascurare altre discipline, quali tennis, alpinismo, winsurf, nuoto, pattinaggio a rotelle e su ghiaccio, nelle quali ha sempre coinvolto anche il figlio Massimo, nella convinzione (assolutamente esatta!) che lo sport e i suoi valori sono imprescindibili per la formazione dell’Uomo.
Approdato al ciclismo non più giovanissimo a seguito di un infortunio sciistico alla spalla, ne ha scoperto dapprima il valore sportivo partecipando alle “uscite” con storici gruppi del Gallaratese, alle Gran Fondo e successivamente il significato storico avvicinandosi alle rievocazioni storiche che iniziavano fiorire (numerose le partecipazioni alle prime edizioni dell’”Eroica” e di altre ciclostoriche).
In tale periodo rinasce infatti la sua passione per le biciclette antiche (per la verità mai sopita, considerato che aveva sempre conservato la sua storica “Bianchi” Gran Sport della fine degli anni Cinquanta) e per tutto il mondo che “ruota” intorno alla Storia del Ciclismo: la passione per lo sport praticato e l’interesse per la ricostruzione storica si coniugano nella vittoria del Giro d’Italia d’Epoca nell’anno 2011.
Da due lustri impegnato nella libera professione di “Nonno”, ha realizzato il Museo Ciclostorico anche nella speranza che i nipoti Federico e Vittoria comprendano i valori dello sport, dell’impegno e del sacrificio in base agli esempi della famiglia e dei “pionieri”.
Il Museo è visitabile gratuitamente perché anche questo è un modo per promuove realmente la Cultura e pertanto non esitate a contattare Claudio al cellulare o via e-mail (visto che ha aggiornato tutte le sue conoscenze informatiche proprio per seguire il ciclismo!).
Perché abbiamo fatto il Museo
Il Museo Ciclostorico Palazzi nasce dalla passione di Claudio Palazzi, condivisa e supportata dalla moglie Carla Vanoli, che hanno deciso di condividere e rendere accessibile parte della loro collezione di velocipedi e biciclette da corsa e militari datate tra il 1865 e il 1955.
La collezione Palazzi, attualmente composta da circa ottanta esemplari dettagliatamente catalogati e schedati, raccoglie non solo le biciclette antiche, ma anche numerosi cimeli quali magliette, fotografie, documenti, autografi e libri dedicati al ciclismo e alla sua storia che possono costituire fonti per ulteriori studi ed approfondimenti.
La scelta di realizzare il Museo Ciclostorico Palazzi è maturata anche grazie all’opportunità di disporre di una sede consona alle caratteristiche della collezione, in quanto situata nel cuore del centro storico di Gallarate in un palazzo risalente alla prima metà del secolo XIX e recentemente ristrutturato, che conserva nel suo cortile interno le fattezze architettoniche della classica “corte di ringhiera lombarda” di fine Settecento.
Le caratteristiche della sede sono apparse adeguate al contenuto del piccolo Museo, che si articola in una sala dedicata ai “pionieri”, quali le mitiche “Michaux”, i “Gran Bi” e i bicicletto del XIX secolo, per poi proseguire nel salone riservato alle biciclette da corsa dalla fine dell’Ottocento sino alla Campione del Mondo del 1955, passando in rassegna nomi storici del Grande Ciclismo, dai costruttori come Clement, Peugeot, Bianchi, Maino, Legnano ai campioni come Ganna, Galletti, Girardengo, Binda, Belloni, Guerra, Bartali e Coppi, oppure alle glorie del nostro territorio come Francesco Prina.
L’ultima saletta espositiva è infine dedicata alle biciclette militari fra la fine dell’Ottocento e la Seconda Guerra Mondiale con una rassegna di modelli piegheoli (Capitain Gerard, Bersaglieri, BSA dei paracadutisti inglesi) e biciclette da truppa affardellate.
Il Museo Ciclostorico Palazzi non è aperto al pubblico, ma è visitabile gratuitamente previo accordo telefonico o contatto e-mail con il curatore Claudio Palazzi.
Lo scopo di questa iniziativa è creare un’occasione di incontro tra studiosi e appassionati del ciclismo per realizzare quella comunione intellettuale ed emozionale che, nello spirito del suo curatore, dovrebbe stimolare ogni collezionista a condividere le proprie raccolte quale passo essenziale per promuovere lo sviluppo della Cultura.